I “mall”, i centri commerciali, sono i veri monumenti di Dubai, come in Europa le chiese e i musei. Siete appena arrivati in città: avete l'occasione di guardarli con gli occhi di Walter Siti. En savoir plus .
450 negozi, 70 ristoranti, albergo a 5 stelle, il Kempinski. È a forma di testa di capodoglio. È dove è stata sistemata la pista da sci, la “Saint Moritz”. Sparano neve vera: temperatura dentro -4°. En savoir plus .
Il più divertente, il più folle, esito estremo di un quartiere eclettico, post-moderno. Castello della Loira; tempio simil-greco; colori alla Mondrian. E il Wafi, piramide di vetro fosforescente. En savoir plus .
5 sezioni, ognuna dedicata a una contrada visitata da Ibn. Cina, India, Persia, Egitto e Andalusia. Spettacolare la sezione cinese: una gigantesca giunca inclinata su un fianco accoglie i visitatori. En savoir plus .
In realtà un suq, o meglio una riproduzione glamour per turisti. Un villaggio più che un edificio. Torri ocra, imitazione di una dimora da sceicchi (sognata: quelle vere le credo assai più sobrie). En savoir plus .
Siamo alla famosa Vela. Tra i ristoranti ho scelto l’Al Mahara, sotterraneo, disposto intorno a un mega-acquario cilindrico. Chiedete un tavolo vicino al vetro dell’acquario, è come nuotarci. En savoir plus .
Bastakiya, quartiere di mercanti persiani, primo '900. Passeggiate dove l’architettura rinuncia a compiacersi di sé per sbriciolarsi in una lebbra di casette scrostate, collegate da passaggi coperti. En savoir plus .
Un trespolo di cemento, quattro volute che reggono il solito Rolex, al centro di una rotonda spartitraffico da cui si scorge qualche alberatura e l’agognato Creek. En savoir plus .
«Mi spingo ancora fino al Creek, nella zona miserabile del porto. Barche di legno che immagini sfasciarsi alle prime onde e invece navigano fino in Iran e in India.» En savoir plus .
Un mostro: un drago che cambia pelle nel corso dei suoi 30km. La sua estremità finale, la coda, si perde nel deserto; ma il corpo serpentiforme risale... En savoir plus .
«L’istituzione che dovrebbe preservare l’identità nazionale conferma il modo sciatto di amministrare quella poca storia. Un Terzo Mondo desolatamente concreto, sopravvivente e per nulla pittoresco.» En savoir plus .